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Gesto e colore.

La sinfonia pittorica di Stefan Anton Reck

Come stiamo tentando di fare in questo appuntamento editoriale, quando si parla di musica e di pittura è necessario considerare il favoloso e speciale filo che lega queste due arti. Infatti, se in pittura la scelta della gamma cromatica stabilisce vibrazioni e frequenze utili a sollecitare percezioni nell’osservatore, anche la musica vive dello stesso dialogo emotivo e partecipativo, utilizzando non di rado una medesima “grammatica” per esprimere “sfumature” di suono dette “colore” utili a decodificare il “tocco” inconfondibile di un musicista alla pari del “tratto” di un pittore. Ed è proprio in questa analogia che bisogna ricercare la chiave di lettura del lavoro pittorico di Stefan Anton Reck, in cui gestualità e segno si fondono in tocchi ritmati e cadenzati. Noto agli appassionati di musica classica per la sua attività di direttore d’orchestra, Stefan Anton Reck (Baden-Baden, 26 aprile 1960) dopo aver studiato presso la Hochschule fur Musik e l’Università di Friburgo pianoforte, filosofia e storia dell’arte, continua i suoi studi a Berlino presso la Hochschule der Kunste. Nel 1985 vince in Italia i Concorsi Internazionali per direttori d’orchestra “Arturo Toscanini” e “Gino Marinuzzi” che lo porteranno a dirigere importanti interpretazioni sinfoniche ed operistiche alla testa delle maggiori orchestre nei teatri più prestigiosi del mondo. Si consolidano intanto collaborazioni con grandi nomi della musica del calibro di Seiji Ozawa, Leonard Bernstein e Claudio Abbado, di cui sarà assistente per diversi anni prima di approdare alla direzione del Teatro Massimo di Palermo. Riconosciuto a livello internazionale come profondo conoscitore della musica di Gustav Mahler e della “Seconda Scuola di Vienna” (Berg, Schonberg, Webern), grazie alle sue scelte di repertorio emergono l’eccentricità della sua arte, una inusuale intensità musicale e una decisa propensione alla musica contemporanea; fattori che ben si riflettono anche nella sua vasta produzione pittorica. Se infatti fittissima è la presenza sui podi degli altari della musica, pressoché sconosciuta ai più è la passione del maestro tedesco per la pittura; un interesse coltivato sin da giovanissimo ed accresciuto dalla frequentazione di scenografi, costumisti, registi ed artisti incontrati nel corso della sua attività. Incentrato su uno stile astratto, l’approccio pittorico di Reck si fonda su una gestualità melodicamente mediata dal colore liberata sulla tela, che dà vita a forme e simboli che ricordano crome e biscrome di una grande partitura visuale. Con gesto risoluto ma fluente, egli rivela tutta l’incalzante incisività del direttore d’orchestra in un incontrovertibile binomio bacchetta-pennello. La cifra di Reck infatti, pur aderendo ad un codice informale, non appare per niente manieristica. Dalla musica egli trae la forza liberatrice per elaborare “scale” sempre nuove, nella volontà di superare e decifrare il cosmico universo umano alla base della vita. Nel colore, così come nelle note, l’idea è tendere all’infinito attraverso attimi di vibrazione lirica e fuggevoli impulsi che non appartengono a visioni esterio¬ri o esterne al suo essere artista, ma che emergono dal profondo guidati dal ritmo dell’immaginazione: [...] "La prima cosa che osserviamo (nella pittura di Reck, ndr) è il piacere dell’invenzione, essenzialmente strumento di una rete comunicativa capace di ricreare un mondo complesso con tutte le sue contraddizioni" [...] (Pierre Boulez). Brevi, corposi, semicircolari o taglienti, i segni paiono rispettare pause musicali e poetiche in un andamento gestuale armonioso che ne custodisce l’essenza. Ne è un esempio il ciclo di opere intitolato “Douze Notations” ispirato alle composizioni di Pierre Boulez, in cui una sequenza di 12 tele, recentemente esposte al Pan di Napoli in una grande personale curata da Francesco Gallo Mazzeo e Marcello Palminteri, costituiscono eccezionali variazioni visive frutto di suggestioni desunte dalla musica del compositore francese, per il quale proprio Reck, su invito dell’ Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, dirigerà un concerto in onore dei suoi novant’an-ni. Un primo appuntamento espositivo dunque quello napoletano, a cui ne seguiranno altri in sedi istituzionali e gallerie italiane e straniere, che è riuscito a mettere in luce aspetti inediti del percorso creativo di un maestro totalmente immerso tra arte e musica, classicità e contemporaneità.

Nello Arionte
Contemporart, Trimestrale d'arte
n. 80, ottobre-dicembre 2014

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Pierre Boulez
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Vincenzo De Vivo
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Andrea Fasano
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Francesco Gallo Mazzeo | >>>
Alan Gilbert
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Caterina Ianni | >>>


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Nello Arionte| >>>

Mario Basile | >>>

Paola De Ciuceis | >>>
Mario Franco
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Marcello Palminteri (I) | >>>

Marcello Palminteri (II) | >>>
Giordano Mare Aldo Saulino | >>>

 
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